Dal Vangelo secondo Gasp
L’ho trovata su Facebook, sinceramente non so se è fresca o datata come intervista, sicuramente è, a prescindere dai tempi, sempre attuale e poesia pura…
"La mia storia con l'Atalanta è meravigliosa, spero duri ancora a lungo.
Abbiamo raggiunto una dimensione importante, questo è il mio ottavo anno e in Italia sono l'allenatore più longevo. Sono stato agevolato dall'aver trovato un ambiente in cui ci siamo consolidati a vicenda. C'è sempre stato un rispetto totale tra me e la proprietà. Sono cambiati gli obiettivi nel corso degli anni, le difficoltà sono aumentate.
Bergamo è una città a misura d’uomo: non è molto grande, si vive di cose semplici. Senti il calore della gente anche se non è esasperatamente manifestato perché c’è grande discrezione. L’amore si sente, la felicità di grandi risultati traspare sempre. Se ti cali in questa dimensione vivi molto bene, ti senti protetto.
Dicono sia difficile sopportarmi, ma il calcio è una materia di confronto, non sempre si è d'accordo, ma si possono creare delle basi per crescere e migliorare.
Abbiamo diversi confronti, qui ho trovato una proprietà fantastica che mi ha sempre lasciato lavorare nel modo migliore.
Periodicamente si possono avere visioni differenti, io sono un tecnico della società e faccio valere le mie idee, sempre nel rispetto della proprietà, che è quella che, in assoluto, deve decidere.
Quello che io chiedo a un nuovo atleta è di integrarsi immediatamente nel territorio e nella mentalità di questa società. Grande professionalità e appartenenza. Poi c’è l'aspetto tecnico. Gli atteggiamenti sono fondamentali: in questo, io e la proprietà abbiamo la stessa visione. Dobbiamo avere sempre atteggiamenti adeguati a quello che rappresenta l'Atalanta.
Quanto ho fatto guadagnare all’Atalanta? Non ho mai fatto il conto, ci sono stati tanti giocatori ceduti a grandi cifre. Ho sempre pensato a quello che la società sceglieva, in modo da valorizzare al meglio i giocatori e la squadra.
Penso a quando sono arrivato: c’era una squadra composta da tanti giovani che non trovavano spazio. Di questi sono stati venduti poi Caldara alla Juventus, Gagliardini e Bastoni all’Inter, Kessie e Conti al Milan. Questo già al primo anno, poi c’è stata un’evoluzione di alcuni giocatori che sono rimasti qua per tanti anni: basti pensare a Toloi e De Roon e ci si può rendere conto di quanto siano migliorati a livello di rendimento.
500 punti nella mia gestione sono tanti, soprattutto per una società che per tantissimi anni non aveva superato i 50 punti in campionato, è sicuramente un grande risultato".
GIAN PIERO GASPERINI racconta la sua Atalanta